Roco LINE Mode D'emploi page 35

Le pont tournant
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LA PIATTAFORMA GIREVOLE ROCO LINE
ISTRUZIONI PER IL MONTAGGIO E PER L'USO
Gentili modelliste e modellisti
Con questa piattaforma girevole ROCO LINE che avete acquistato -o che
Vi è stata regalata - soddisferete sicuramente un grande desiderio. Siamo
consapevoli della Vostra impaziente attesa per questo modello e quindi ab-
biamo messo particolare cura nella sua costruzione. Il risultato è l'esatta
riproduzione in scala di una piattaforma girevole di 22 m con possibilità
d'inserimento molto flessibili un motore sottoplancia duraturo, silenzioso
e sicuro nel funzionamento, nonchè un'elettronica chiara e semplice ed af-
fidabile.
IL PROTOTIPO
Le piattaforme girevoli sono vecchie quasi quanto le rotaie e in ogni caso
sono più vecchie delle stesse ferrovie, poiché venivano già utilizzate all'inizio
del secolo diciottesimo nelle miniere, al posto degli scambi che vennero
inventati solo molto più tardi, per il collegamento dei vari tratti di binari.
Tra l'altro tuttora le piattaforme girevoli vengono inserite negli impianti in-
dustriali e di miniera per lo smistamento dei carri. In confronto alle "piatta-
forme girevoli" utilizzate oggi per le "grandi" ferrovie, che in realtà sono
dei veri e propri «ponti girevoli» (in diverse lingue europee infatti vengono
chiamate anche così), queste piccole piattaforme per carri da miniere sono
dei veri «dischi» girevoli su fosse coperte.
Nelle prime ferrovie, attorno alla metà del 1800, le piattaforme girevoli,
avevano spesso il ruolo di scambi, particolarmente nelle stazioni terminali.
Infatti esse venivano costruite per funzionare come reali piattaforme girevoli
ma anche come piattaforme di manovra e servivano non solo per la rota-
zione delle locomotive, ma anche per poterle manovrare tra binari paralleli
in modo che le locomotive stesse potessero essere trasferite dalla coda alla
testa dei propri treni. Per ottenere ciò i diversi binari della stazione veniva-
no tutti collegati trasversalmente l'uno con l'altro attraverso le piattaforme
girevoli, in modo che anche le singole carrozze passeggeri (che a quei tempi
erano molto corte, a due o tre assi) o i carri, fossero facilitate a uscire dalla
composizione del proprio convoglio e, tramite le piattaforme ed i binari di
collegamento trasversali tra i marciapiedi, potessero essere spostati su altri
binari e reinserite in altri convogli, oppure, contribuire ad altre singole com-
posizioni. Da notare inoltre che queste piattaforme erano in maggioranza
ruotate a mano dagli stessi macchinisti o manovratori.
Quando le locomotive e le carrozze divennero più lunghe (e più pesanti)
si continuò ad utilizzare le piattaforme ma non più come sostituto degli
scambi: Infatti a poco a poco sparirono i collegamenti trasversali tra i binari
nelle stazioni effettuati con le piattaforme girevoli per carri. Fu così che le
piattaforme si guadagnarono il posto sinora irrinunciabile presso i depositi.
Da allora sono state costruite come pure costruzioni a ponte girevole, sia
con struttura portante superiore (nel frattempo oramai diventata rara) e con
la fossa completamente piatta, generalmente riempita con la massicciata,
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Di seguito Vi presentiamo dettagliatamente il prototipo, la tecnica di fun-
zionamento, il modo di installazione e l'azionamento della piattaforma
girevole ROCO LINE. Vi chiediamo di trovare un po' di tempo per leggere
queste istruzioni. In questo modo effettuerete il montaggio con successo e
nel seguito avrete la certezza di un sicuro funzionamento per parecchi anni
di divertimento.
sia con la struttura portante inferiore al ponte (oggi in questa versione do-
minano quasi esclusivamente le scene dei depositi) e con la fossa relativa-
mente profonda, che veniva costruita in muratura irrobustita da travi radiali
per rendere stabile il "supporto centrale" (il perno di rotazione), oppure
in calcestruzzo impastato in loco. Si iniziarono ad utilizzare anche sistemi
di rotazione a motore, per lo più funzionante con la forza del vapore della
stessa locomotiva da girare, ed ultimamente sono stati impiegati quasi uni-
versalmente motori elettrici.
Mentre sino alla fine degli anni '80 del secolo scorso ogni piattaforma
veniva costruita singolarmente «su misura», poco prima della fine secolo
(1897) ci fu una standardizzazione e classificazione generale delle piatta-
forme girevoli in quasi tutte le amministrazioni ferroviarie classiche. Nella
zona di lingua tedesca vennero adottate, a poco a poco, delle dimensioni
di piattaforme girevoli che, a passi di 2 m, andavano da 16 m fino a 22 m
di diametro. Successivamente, con l'awento delle grandi locomotive di tipo
unificato presso i depositi nuovi e ampliati, vennero installate piattaforme
di 24 m. Quando poi vennero costruite le locomotive a vapore "giganti",
(anni trenta) ovvero il Gruppo 45, il Gruppo 05 e il Gruppo 06 (e successi-
vamente anche le macchine con i tender a condensazione del Gruppo 52
Kondens), le piattaforme di 24 m non furono più sufficienti e vennero al fine
sviluppate le piattaforme definitive da 27 m, che potevano accogliere anche
queste macchine. Tuttavia furono limitate ai soli depositi di grandi dimen-
sioni, prioritariamente a quelli che domiciliavano queste grosse macchine,
a quelli che servivano da depositi di inversione di marcia e a quei depositi
che avrebbero in futuro dovuto ricevere questi veicoli, ma che a causa della
seconda guerra mondiale non vi giunsero mai. Con il cambio di trazione (da
vapore ad elettrica e Diesel) le piattaforme girevoli non divennero obsolete,
per principio, (sebbene al loro posto presso i nuovi depositi per i veicoli
elettrici o Diesel vennero inseriti per lo più dei ponti trasbordatori), ma per
le nuove costruzioni o le ricostruzioni si installavano (e si installano) delle
piattaforme girevoli di massimo 24 m di diametro. La versione più frequente
è quella dai 22 m, su cui in caso di necessità possono essere ruotate persino
le lunghe carrozze-pilota da 26,4 m, come per l'esercizio giornaliero presso
il deposito di Freilassing.
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31.01.2011 09:19:00

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